a cura di Alberto Mori
La mostra intende ripercorrere in 146 scatti la pluriennale e multiforme attività di Becchetti, contraddistinta in particolare dai numerosi incontri con personaggi della politica, dello spettacolo, dello sport, etc. ma allo stesso tempo arricchita dalla documentazione di atteggiamenti, abbigliamenti e facce cosiddette comuni.
Il percorso si snoda nello spazio della sala Podiani, suddiviso in sei aree distinte, nello spazio contiguo e nei tre spazi espositivi dell’ammezzato superiore: dieci sale complessivamente lungo le quali l’occhio del fotografo ha raccolto una tranche di vita e di cultura italiana e non solo. Dall’esposizione emerge, inoltre, un filo conduttore sottile e sempre presente nella sua produzione, rappresentato dal rapporto dell’autore con l’Umbria, terra di origine, di passaggio e di approdo.
Il visitatore viene “accolto” nell’universo iconografico di Becchetti, fatto di situazioni, volti e paesaggi da immortalare.
Trovano posto alcuni significativi flash su avvenimenti, periodi e volti che maggiormente ne hanno segnato la carriera e prima ancora la vita personale. Viene così esposta la prima delle due vere e proprie gallerie di ritratti di personaggi noti: Pasolini, Oz, Alberti, Stefanini, Maraini, Andy Warhol, Renato Balestra , Francesco De Gregori, Dustin Hoffman, Gian Carlo Menotti intento a parlare con Romolo Valli e tanti altri personaggi della politica, della cultura, dello spettacolo, della letteratura si mostrano agli occhi del visitatore attraverso immagini non convenzionali che rivelano aspetti personali, relazionali, professionali fuori dalla formalità della “posa”.
La mostra documenta inoltre quegli anni romani in cui inizia il delicato periodo delle contestazioni, degli scontri sociali, delle dure contrapposizioni politiche che segnano la trasformazione della società occidentale.
In giro per l’Italia e l’Europa il suo attento occhio ha saputo cogliere spunti altrettanto significativi aprendo l’obiettivo non solo alla contemporaneità di cui è stato testimone ma anche a una più profonda interiorità.
Sandro Becchetti: profilo biografico
Sandro Becchetti è stato un fotografo professionista, nato a Roma ma di origini umbre (Pascelupo). Ha collaborato con le maggiori testate giornalistiche italiane come: La Repubblica, Il Messaggero, L’Unità, Paese Sera, L’Espresso, Il mondo, Secolo XIX, L’Astrolabio, L’altra Italia, Sipario e con uffici stampa di partiti e sindacati. Sue foto sono apparse su Life e Liberation e sono presenti negli archivi di France Presse, BBC e RAI, oltre che in collezioni private. Nel 1980, dopo aver completato un lungo lavoro sulla campagna romana, nella terra d’origine dei suoi genitori, ha interrotto volontariamente la propria attività per dedicarsi ad altro. In quel periodo ha pubblicato sulla rivista letteraria Nuovi Argomenti, diretta da Alberto Moravia, un racconto dedicato al mondo contadino, al quale sono state dedicate alcune trasmissioni radiofoniche e televisive. Da allora, per quindici anni, si è occupato prevalentemente dell’arte del legno ed ha collaborato sporadicamente con la televisione per la scrittura di soggetti per fiction.
Aveva ripreso a fotografare nel 1995, con una ricerca sulla Spagna e il Portogallo e soprattutto con un rinnovato interesse per la vita di Roma, che lo ha indotto ad un paziente lavoro quotidiano durato anni e che costituisce un archivio vastissimo dedicato alla Capitale in tutti i suoi aspetti.
Viveva e lavorava in Umbria, dove ha completato una ricerca fotografica iniziata da alcuni anni, pubblicata dall’editrice Postcart. Molte, negli anni, le gallerie pubbliche e private che hanno esposto sue foto in mostre personali o collettive. Nuova Pesa e Acta di Roma, Cinecittadue Arte Contemporanea di Roma, Konig di Stoccarda, Galleria Scarbata di Lipsia, Biblioteca Malatestiana di Cesena, le gallerie delle Stazioni Centrali di Roma, Milano e Venezia, l’Archiginnasio di Bologna, il Museo in Trastevere di Roma, la Fondazione Italiana per la Fotografia di Torino, Festivaletteratura di Mantova, Festival Internazionale della Fotografia di Savignano, FotoLeggendo, Museo d’Arte Moderna di S. Etienne, GAM di Torino.
Nel 2009 il suo libro Protagonisti vince il premio Marco Bastianelli per il miglior libro fotografico dell’anno. Nel 2010 ha esposto sue foto a ROMA ’60 e, a settembre, ha partecipato alla XV esposizione fotografica di San Pietroburgo, nell’ambito di una collettiva curata da Daniela Trunfio per la PHOTO Ltd. In ottobre il Fucecchio Foto Festival lo ha voluto con sua personale dedicata ai ritratti di personaggi famosi.
La sua attività è documentata nel volume della Storia d’Italia Einaudi dedicata a “L’immagine fotografica 1945-2000′‘, in pubblicazioni specialistiche come “Popular photography”, “Photo”, “Progresso fotografico” e “Storia fotografica di Roma 1963-1974”.
Nel 2007 è stato inserito tra i “5062 italiani notevoli” del Catalogo dei viventi, edito dal Marsilio. Suoi ritratti sono stati acquisiti dalla Galleria d’Arte Moderna di Torino e dal Museo di Arte contemporanea di Rivoli (TO).
Oltre al lavoro professionale ha coltivato il gusto, il piacere, il dovere di testimoniare ciò che cadeva sotto l’occhio del suo obiettivo. Ha quindi fissato situazioni, personaggi, vite che gli è capitato di incontrare anche nel tempo “libero”, che per altro non esiste per chi ha la sensibilità di cogliere gli stimoli, le suggestioni, le atmosfere, le sfumature. In Umbria (anche con l’amore per le radici), in Italia, in Europa, Becchetti non ha lavorato solamente su ordinazione ma partecipando, scavando, cogliendo l’essenziale di una percezione, di un atteggiamento, entrando in sintonia con volti che in quel momento comunicavano (con le diversità, i segni della storia, le specificità) la propria anima al resto del mondo, ristretto o espanso che fosse. Sguardi, particolari dell’abbigliamento o della corporeità, flash sul lavoro, sulla partecipazione sociale, sulle situazioni di disagio che non sono solo umane ma anche degli animali e delle città. Senza prosopopea, senza intromissioni, senza prepotenza Becchetti ha saputo vedere; poi ha proposto discretamente la sua visione, il suo giudizio, la sua etica. Tornato in Umbria, ha vissuto per qualche anno a Lugnano in Teverina.
E’ scomparso lo scorso 5 giugno.