Polittico di Santa Maria Novella dei Condotti

Lello da Velletri

documentato nel 1437

Polittico di Santa Maria Novella dei Condotti

circa 1430

LELLUS DE VELLETRO PINSIT. Questa iscrizione che compare in un cartiglio sotto il trono della Madonna rivela subito che siamo di fronte a un raro capolavoro: un polittico di Lello da Velletri, unica opera attribuibile con certezza al pittore

La formazione dell’artista è influenzata senza ombra di dubbio dalla figura di Gentile da Fabriano; ce lo conferma anche il color oro che illumina il polittico, un tratto caratteristico dello stile gotico cortese. Ma la preziosità dell’opera passa anche dalle raffinate decorazioni delle vesti dei sei protagonisti: oltre alla Madonna con Bambino, compaiono san Giovanni Battista, sant'Agostino, sant'Agata e san Liberatore. Le stoffe damascate dei santi, dei due angeli ai piedi del trono e del Bambino, disegnano bagliori di luce che dopo secoli continuano a incantare chi le osserva. 

Altro dettaglio che non può passare inosservato: il garofano che la Madonna regge tra le dita, prefigurazione della Passione di Cristo.

Polittico di Santa Maria Novella dei Condotti
tempera su tavola
205 x 116,5 cm
Sala 8
Inv. 123
SOGGETTI
Madonna in trono col Bambino e due angeli tra i santi Giovanni Battista e Agostino, Liberatore e Agata
TAG
Madonna col Bambino, Quattrocento, Polittico

Scheda Storico Artistica

Il polittico, originariamente corredato di una predella andata perduta, proviene dalla chiesa di Santa Maria Novella dei Condotti (poi San Benedetto dei Condotti) presso il Rione di Porta Sant’Angelo di Perugia e, come si evince dall’iscrizione sul cartiglio sotto la Vergine, fu realizzato da Lello da Velletri. Si tratta peraltro dell’unica opera certa di questo pittore, appartenente alla generazione di artisti che si formarono intorno alla figura di Gentile da Fabriano nel periodo di passaggio tra il Tardogotico e il Rinascimento.

 L’oro, steso a foglia e lavorato a bulino, e la ricchissima vegetazione sono alcuni dei tratti caratteristici dello stile gotico cortese facilmente individuabili all’interno del dipinto. L’occhio, infatti, è subito attratto dal bagliore emanante dal prezioso metallo dello sfondo, che costituisce anche la base di alcuni panneggi delle ricche stoffe dei personaggi, come nel caso del piviale damascato di sant’Agostino, il quale tiene nella mano destra un codice dalla raffinatissima legatura. Il calice e la coppa, rispettivamente in mano ai santi Liberatore e Agata, sono realizzati con punte molto sottili di bulino. Un’ulteriore conferma della formazione dell’artista nella cerchia di Gentile da Fabriano è rappresentata dal prezioso trono della Vergine, caratterizzato da articolati motivi strutturali e decorativi, nonché dalla fitta vegetazione del prato, ricchissimo di specie botaniche, tra le quali spicca il garofano, prefigurazione della passione di Cristo.


Descrizione Accessibile

La tavola centrale rappresenta la Madonna, vestita di un’ampia veste scura e seduta in trono mentre regge sulle ginocchia Gesù Bambino. Ai loro piedi, due angeli di spalle vestiti di rosso e oro. Il trono è arricchito da articolati motivi decorativi, dalla fitta vegetazione del prato e da diverse specie botaniche. 

Le due tavole di sinistra raffigurano invece sant’Agostino e san Giovanni Battista. Sant’Agostino indossa un sontuoso piviale damascato e ha sul capo la mitra vescovile bianca e oro: nella mano destra regge un libro dalla raffinatissima legatura dorata.

San Giovanni Battista, invece, indossa una semplice veste rossa, ha le gambe e i piedi nudi e con l’indice destro indica il Bambino.

Nelle due tavole di destra troviamo sant’Agata e san Liberatore. 

Sant’Agata veste una ricca stoffa damascata e un mantello verde: nella mano destra regge una coppa dorata. San Liberatore, vestito di bianco e azzurro, regge con entrambe le mani un calice dorato.