Pietro di Cristoforo Vannucci detto Perugino

(Città della Pieve, circa 1450 – Fontignano, 1523)

Cimasa della Pala dei Decemviri

1495

Cimasa della Pala dei Decemviri
tempera su tavola
90 x 86 cm
Inv. 248
SOGGETTI
Cristo in pietà
TAG
cimasa, Pala quadrata, audio, gigapixel

Scheda Storico Artistica

Questa immagine del corpo morto di Cristo, con la testa delicatamente reclinata e i palmi delle mani stimmatizzate offerte alla venerazione dello spettatore, coronava la grande pala d'altare della cappella dei Priori in questo Palazzo.

Dopo che Bonfigli ebbe terminato il ciclo di affreschi, i massimi magistrati cittadini, detti Priori delle Arti o Decemviri, vollero completare la decorazione della cappella interna al Palazzo con la commissione di una pala d’altare che celebrasse i santi patroni della città.

Un primo contratto fu stipulato con Pietro di Galeotto nel 1479, poi fu contattato Perugino, quindi Sante di Apollonio nel 1483, ma senza risultato per gli impegni di Vannucci fuori città e per la morte degli altri due pittori coinvolti. Si dovette aspettare fino alla fine del 1495 per la consegna dell'opera in cui, nell'ultimo accordo del marzo 1495, era espressamente richiesta un’importante modifica riguardante proprio la cimasa: quella già dipinta da Sante di Apollonio con la Madonna della Misericordia e dieci Priori doveva essere sostituita con una Pietà di mano di Perugino.

Dal punto di vista strutturale, la pala si colloca nella tradizione veneziana e di area adriatica di polittici con piccola tavola quadrata isolata a coronamento. Forse per i tempi estremamente dilatati tra progettazione e completamento e per il documentato cambio di soggetto, questa cimasa sembra avere un'atmosfera e un carattere molto diverso dalla tavola principale, che raffigura una sacra conversazione in un arioso ambiente architettonico, con i santi patroni della città Ercolano, Costanzo, Lorenzo e Ludovico di Tolosa intorno alla Madonna in trono col Bambino. Il fondo nero e i toni scuri del sarcofago e del rosso del perizoma creano nella Pietà un contrasto che fa risaltare la morbidezza e dolcezza dell'immagine di Cristo, dove l'umanità del divino è offerta in tutta la sua fragilità.

Per secoli l’Imago pietatis è rimasta nel Palazzo per cui era stata dipinta, prima nella originaria cappella del terzo piano e poi, dopo il 1540, quando questo fu occupato dal governatore pontificio, in una nuova cappella dei Priori allestita al primo piano. Da qui nel 1797 la parte centrale della pala fu prelevata dagli emissari di Napoleone e trasferita a Parigi, per essere poi restituita al papa ed esposta nella Pinacoteca Vaticana. La cimasa invece è rimasta nel Palazzo, a coronamento di una copia prodotta, già nel 1797, da Domenico Garbi, voluta evidentemente per conservare, almeno in apparenza, l'integrità di un'opera da sempre considerata identitaria per la città e le sue istituzioni.

La ricomposizione dell'opera in tutte le sue parti originali è stata recentemente possibile grazie a un accordo con la Pinacoteca Vaticana, che ha consentito nel 2018 di esporla nella sua integrità (cimasa, tavola centrale e cornice originale) nel luogo per cui era stata creata.  

T. Biganti in Perugino 2004 A.De Marchi La cimasa eucaristica della Pala dei Decemviri, il suo modello e il suo seguito, 2020 M.Pierini, La Pala dei Decemviri di Pietro Perugino. fortuna antica e moderna ricontestualizzazione, 2020 G.Corsini "Ad istruzione dell'estera gioventù studiosa" : la Pala dei Decemviri da Perugia alla Pinacoteca Vaticana, 2020 B.Jatta, in La Pala dei Decemviri di Pietro Perugino, 2020 G.Mancini La Pala dei Decemviri nei documenti d'archivio del Comune di Perugia, 2020 U.Santamaria, F.Morresi, F.Castro, La cimasa con Cristo morto in Pietà della Pala dei Decemviri, 2020