Chi è questa giovane ed elegante damigella vestita di bianco e oro? Negli anni la critica si è divisa. C’è chi vi riconosce la sorella del re Ferdinando II, e quindi ritiene che l’opera sia datata alla fine degli anni ‘20 dell’Ottocento. Altri invece vedono una somiglianza con Carolina Bonaparte, sorella di Napoleone e moglie del re di Napoli Gioacchino Murat. Quest’ultima ipotesi sarebbe plausibile se ricordiamo che Wicar diresse l’Accademia di Belle Arti di Napoli tra il 1806 e il 1809 e strinse
ottimi rapporti con la famiglia regnante. Ma la biografia di Carolina Murat potrebbe contraddire la storia. In quel periodo, infatti, la moglie del re aveva già avuto quattro figli e in altre occasioni ufficiali la vediamo ritratta come donna adulta e matura. Quella raffigurata da Wicar, invece, è una donna molto più giovane. Chiunque sia, possiamo affermare con certezza che si tratta di una donna vicina alla corte francese, molto elegante, ed estranea alla vita di provincia.
Come sottolineato da Caterina Zappia, Wicar ebbe rapporti unici e privilegiati con l’Umbria: amico di nobili perugini, tra cui Filippo degli Oddi e Fabrizio della Penna, membro d’onore dell’Accademia cittadina, autore di grandi tavole religiose. Certamente memore della grande tradizione ritrattistica del Seicento italiano e degli insegnamenti di Jacques-Louis David, Wicar si confrontò in diverse occasioni con il genere, ottenendo risultati di pregio.
In questo ritratto femminile, a colpire sul fondo spoglio sono i ricchi accessori della protagonista, l’acconciatura alla moda - un intreccio di fiori e ramoscelli dorati da ninfa dei boschi – e, soprattutto, l’abito in stile, stretto sotto il seno da una cintura con grandi e rilucenti pietre preziose. Per il misterioso volto di fanciulla la critica ha proposto l’identificazione con personaggi di rango. Alcuni studiosi vi hanno riconosciuto la sorella del re Ferdinando II, ponendo la datazione dell’opera alla fine degli anni venti dell’Ottocento. Altri invece vi hanno identificato la fisionomia di Carolina Bonaparte, sorella di Napoleone e moglie del re di Napoli Gioacchino Murat, insediatosi nel 1808. A suffragare l’ipotesi, lo stretto rapporto che Wicar ebbe con la famiglia regnante, avendo l’artista francese ricoperto il ruolo di direttore dell’Accademia partenopea dal 1806 al 1809. Rispetto a questa tesi permangono alcuni dubbi, soprattutto considerando che all’epoca Carolina era già madre di quattro figli, quindi ritratta in altre occasioni ufficiali come donna fiorente e matura; la ragazza in questione ha dei tratti a lei somiglianti, ma appare più giovane e delicata, serena nel proprio status. In ogni caso, Wicar immortala una figura prossima alla corte francese ed estranea alla vita di provincia.
Ritratto a mezza figura frontale di una giovane damigella. Ha i capelli scuri intrecciati con fiori e palmette dorate. Indossa un abito bianco ricamato d’oro con un’ampia scollatura e stretto sotto il seno da una cintura con grandi e lucenti pietre preziose. La sua espressione è seria e lo sguardo è rivolto verso sinistra.