Arnolfo di Cambio

Colle Val d’Elsa, 1245 circa – Firenze, 1302 circa

Fontana 'degli Assetati', frammenti

1278-1281

Sono di marmo ma i loro movimenti appaiono quasi reali; le due popolane e l’uomo malato cercano la fonte e lo zampillo d’acqua per placare la sete, in uno slancio naturale e molto umano. Come a ricordarci che il loro è un gesto semplice, di piacere ma anche di sopravvivenza. Nonostante le dimensioni ridotte, le sculture sono potenti, concrete nella loro tridimensionalità, perfettamente inserite in prospettiva. Un realismo inconfondibile nelle sculture di Arnolfo di Cambio. I frammenti erano parte di una fontana ormai perduta che Arnolfo di Cambio realizzò nel 1281 per la città di Perugia. La fontana si trovava nell’area del mercato, ai piedi della piazza cittadina che a quei tempi era più ampia dell’odierna Piazza IV Novembre. 

Fontana 'degli Assetati', frammenti
marmo scolpito
54,5 x 35,5 cm
Sala 2
Inv. 895
SOGGETTI
Assetata con brocca
TAG
fontana, arnolfo di cambio, gigapixel

Scheda Storico Artistica

Le cinque sculture provengono da una perduta fontana realizzata da Arnolfo di Cambio nel 1281 per la città di Perugia e collocata ai piedi della piazza cittadina (in pede fori), allora più ampia dell’odierna Piazza IV Novembre. Diversamente dalla Fontana Maggiore, il cui piano iconografico illustra un sapere enciclopedico e didascalico, questa seconda fontana – già collocata nell’area cittadina destinata al mercato – rappresentava in maniera esplicita il bisogno di acqua e soddisfaceva la necessità di un quotidiano, pubblico consumo. Dai documenti pervenuti si desume che alla fonte vennero abbinate le sculture bronzee del Grifo e del Leone (1274), a richiamare il Buon Governo cittadino, al quale alluderebbero anche le due figure di Giuristi, di cui una acefala. Sull’aspetto strutturale della fontana sono state formulate molte ipotesi, in assenza di fonti documentarie che la descrivano. È certo soltanto che già nel 1308 lo smantellamento del complesso era stato completato. Le ragioni di questa scelta restano ignote, anche se è plausibile credere che la scarsa capacità di approvvigionamento idrico dell’acquedotto perugino abbia indotto gli amministratori a privarsi della meno monumentale tra le due fonti cittadine. A breve distanza dallo smontaggio alcuni elementi di marmo della struttura vennero concessi per la costruzione della scalinata (demolita nel 1524) della erigenda chiesa di Sant’Ercolano. Le figure dei tre Assetati e dei due Giuristi sono state rinvenute fortuitamente a Perugia e dintorni, tra la seconda metà dell’Ottocento e la metà del secolo scorso. Queste poderose sculture, monumentali nonostante le dimensioni ridotte, manifestano le eccezionali capacità tecniche di Arnolfo e ne rivelano l’attenzione precocissima allo studio della tridimensionalità dei corpi, tenendo conto della loro collocazione nello spazio e degli effetti ottici necessari a renderne coerente la resa prospettica. La sofferta torsione del corpo del Malato alla fonte e lo slancio sincero dell’Assetata veicolano con forza e grande realismo il bisogno e l’indiscussa preziosità di un bene indispensabile alla vita di tutti.


Descrizione Accessibile

Le cinque sculture in marmo bianco provengono da una Sono state ritrovate per caso a Perugia e dintorni tra la seconda metà dell’Ottocento e la metà del secolo scorso. Nel primo frammento vediamo una figura femminile inginocchiata alla fonte; anche il secondo frammento raffigura una popolana adagiata alla fonte che appoggia il gomito destro su una brocca. Nel terzo frammento compare un uomo malato, semidisteso di fronte alla fonte con la testa verso l’alto nell’atto di bere. Il quarto e il quinto frammento rappresentano due giuristi seduti con un grosso tomo aperto sulle ginocchia: di una delle due statue è andata persa la testa.